L’UNHCR e la Cooperazione Italiana evidenziano l’impatto dell’assistenza umanitaria a favore della popolazione venezuelana rifugiata in Brasile

©UNHCR/Miguel Pachioni

 

 

 

[Comunicato stampa]

Brasilia, 12 febbraio 2025 – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Ambasciata d’Italia a Brasilia, in collaborazione con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), hanno organizzato oggi l’evento di chiusura del progetto umanitario volto alla protezione e all’inclusione socio-economica di rifugiati e migranti venezuelani in Brasile. Grazie a un investimento di 500 mila euro, l’iniziativa ha beneficiato oltre 5.000 persone nello Stato di Roraima, con particolare attenzione alle comunità indigene, ai bambini e agli adolescenti.

L’evento, ospitato dall’Ambasciata d’Italia a Brasilia, ha riunito rappresentanti dei governi di Italia e Brasile, dell’UNHCR e di organizzazioni partner per sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale nella risposta alla crisi migratoria venezuelana. Nel corso dei 12 mesi di attuazione, il progetto “Fornire protezione e assistenza umanitaria alle comunità indigene e ai bambini e adolescenti rifugiati e migranti venezuelani” ha garantito l’accesso a documenti, istruzione, assistenza sanitaria, alloggi d’emergenza e supporto finanziario per le persone in condizioni di vulnerabilità nelle città di Pacaraima e Boa Vista.Il finanziamento della Cooperazione Italiana ha contribuito all’Operazione Welcome – la risposta umanitaria del governo federale brasiliano al forte afflusso di venezuelani al confine tra i due Paesi – garantendo protezione, orientamento legale e alloggi per circa 4.000 rifugiati e migranti. Circa 650 persone in condizioni di estrema vulnerabilità hanno ricevuto assistenza finanziaria per favorire la loro autonomia.

“Questo progetto è stato un faro di speranza per molti. Nell’ultimo anno, abbiamo assistito a progressi significativi nella fornitura di protezione e assistenza umanitaria essenziale alle popolazioni più vulnerabili che attraversano il confine settentrionale del Brasile. L’impatto di questa iniziativa sulla vita delle famiglie venezuelane rifugiate e migranti è inestimabile”, ha dichiarato Davide Torzilli, Rappresentante dell’UNHCR in Brasile.

Sono state inoltre promosse attività sportive e culturali, coinvolgendo direttamente 500 bambini, adolescenti e adulti, contribuendo alla convivenza pacifica e al contrasto della xenofobia.

L’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Alessandro Cortese, ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale: “La solidarietà è un valore fondamentale per l’Italia e siamo impegnati nel sostenere iniziative che garantiscano dignità e opportunità ai rifugiati e ai migranti in condizioni di vulnerabilità”.Il Direttore della Sede Regionale AICS Bogotá, Mario Beccia, ha ribadito: “L’impegno dell’Italia nella risposta umanitaria resta saldo, affinché chi ha più bisogno riceva il supporto necessario per ricostruire la propria vita”. Il Segretario Nazionale per l’Assistenza Sociale del Ministero dello Sviluppo e dell’Assistenza Sociale del Brasile, André Quintão, ha garantito che l’integrazione dei rifugiati resta una priorità nella politica nazionale: “Si tratta di persone che portano con sé conoscenze, competenze, culture e opportunità che arricchiscono il nostro paese. Abbiamo certamente delle sfide, ma è fondamentale che queste popolazioni siano incluse nelle politiche pubbliche brasiliane nella loro diversità”.

L’evento ha visto la partecipazione di famiglie venezuelane beneficiarie del progetto, testimoniando il superamento delle difficoltà affrontate. “Siamo una famiglia di quattro persone e i nostri figli sono stati la motivazione per intraprendere questo viaggio alla ricerca di accesso alla salute, all’istruzione, alla formazione professionale e alla libertà. Durante il nostro percorso abbiamo trovato molte opportunità di crescita che oggi ci permettono di essere al sicuro e di lavorare”, ha raccontato Maria Gabriela, madre venezuelana. Fabrizio Pellicelli, Direttore di AVSI in Brasil, ong italiana che ha implementato il progetto insieme a UNHCR, ha sottolineato la componente umanitaria della risposta emergenziale alla crisi migratoria venezuelana in Brasile. “L’integrazione delle persone deve essere strettamente legata alla loro dignità”, ha affermato, citando un messaggio di Papa Francesco sull’importanza di accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che hanno dovuto abbandonare le proprie case in cerca di protezione e nuove opportunità.

L’UNHCR ribadisce l’importanza della responsabilità condivisa tra settore pubblico, privato, agenzie di sviluppo e organizzazioni della società civile per garantire una risposta coordinata ed efficace alle sfide dello sfollamento forzato, una crisi che continua a essere sottostimata rispetto ai bisogni reali. L’assistenza umanitaria non solo garantisce la sopravvivenza della popolazione rifugiata, ma apre anche la strada alla loro piena integrazione socio-economica, permettendo loro di contribuire attivamente alla propria autosufficienza e allo sviluppo delle comunità ospitanti.

Iniziative come questa dimostrano come il supporto internazionale possa trasformare le sfide umanitarie in opportunità di inclusione e crescita per tutti, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, affinché nessuno venga lasciato indietro.

Alicia Zhingre: una donna di scienza che diventa fonte di ispirazione

©FIEDS

di Martina Palazzo

Loja, sud dell’Ecuador. Qui, quasi 36 anni fa, è nata Alicia Esperanza Zhingre Suárez, una donna che oggi ha conquistato rispetto e ammirazione nel mondo scientifico. La sua è la storia di chi, con passione e dedizione, ha dimostrato che le ambizioni non conoscono limiti e che le origini non definiscono il futuro.

Fin da giovane, Alicia ha combinato studio e lavoro, con l’obiettivo di spostare sempre piú in alto l’asticella del sapere e del saper fare. Oggi possiede un dottorato in Scienze della Salute, insegna nella facoltá di Medicina e in programmi di Laboratorio Clinico, e guida ricerche nel campo della Biotecnologia Molecolare. Titolo dopo titolo, pubblicazione dopo pubblicazione, il suo vero lascito è il modello di donna di scienza che sta costruendo e condividendo con gli altri.

“Non sono stata io a scegliere la scienza; è stata la scienza a scegliere me”, racconta Alicia. La sua motivazione è sempre stata chiara: migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la ricerca e l’educazione. “Fin da giovane ho capito che attraverso la scienza potevo fare una differenza significativa per il benessere sociale.”

Uno dei momenti più significativi della sua carriera è stato durante la pandemia di COVID-19. Nel pieno della crisi, e nonostante il dolore per la perdita del figlio e della sorella a causa del cancro, Alicia ha guidato il progetto di diagnostica del SARS-CoV-2 nelle province di Azuay e Loja, un progetto finanziato dal Fondo Italo-Ecuadoriano per lo Sviluppo Sostenibile (FIEDS) e coordinato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). “Anche se la mia salute mentale non era al meglio, ho sentito che Dio mi aveva messo nel posto giusto, facendomi vivere una delle esperienze più trasformative della mia vita,” racconta Alicia. Il suo lavoro e quello del suo team non solo ha permesso di individuare migliaia di casi, ma ha anche gettato le basi per un approccio integrato alla salute femminile.

“La salute delle donne è stata storicamente sottovalutata e considerata un diritto limitato. Per questo, lottare per il loro benessere è una delle mie più grandi motivazioni,” afferma con determinazione. Continua poi a parlare di figure come Marie Curie, che hanno combattuto per vedere riconosciuto il proprio talento e ottenere pari opportunità nel campo scientifico e accademico. La fisica e chimica polacca è un esempio di coraggio che ispira Alicia, così come le nuove generazioni di donne, a perseguire le proprie ambizioni professionali.

Alicia ha anche dovuto affrontare episodi di discriminazione per il semplice fatto di essere una donna in un mondo storicamente dominato dagli uomini, quello scientifico. Dalla sottovalutazione e delegittimazione del suo lavoro fino alle molestie sessuali, le è capitato di essere interrotta o ignorata durante riunioni e dibattiti, di vedere minimizzati i suoi sforzi e risultati, e di subire commenti, gesti e comportamenti indesiderati di natura sessuale. Tuttavia, ha trasformato queste esperienze in opportunità per dimostrare la propria capacità e leadership. Oggi è una figura chiave nel suo campo e un esempio vivente che le donne possono e devono essere leader anche nella scienza.

Alicia è la prova di come la conoscenza possa essere il motore per l’emancipazione e la giustizia sociale. Il suo percorso continua a essere ricco di progetti, ricerche e attività di mentoring nel suo Paese. Perché per lei, la vera scienza non si trova solo nei laboratori, ma vive in ogni giovane che ha il coraggio e la forza di costruire e realizzare i propri sogni..

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Nell’ambito del programma di Conversione del Debito, il progetto “Potenziamento delle attrezzature dei laboratori dell’Università Nazionale di Loja e dell’Università Cattolica di Cuenca per migliorare la capacità di test del SARS-CoV-2” è una delle iniziative approvate nel 2020 dal Comitato Direttivo del FIEDS, composto dal Ministero degli Affari Esteri dell’Ecuador e dall’Ambasciata d’Italia, in risposta alla crisi sanitaria causata dal COVID-19.

Con un budget di 750.000 USD, il progetto ha dotato entrambe le università di attrezzature e materiali per la realizzazione di diagnosi di SARS-CoV-2 mediante test PCR, destinati alle popolazioni vulnerabili delle province vicine a ciascuna università. Grazie a questa iniziativa, sono stati rilevati oltre 39.000 casi nelle comunità del centro e sud del Paese.
Il progetto è stato concordato con il Ministero della Salute Pubblica dell’Ecuador e coordinato dall’AICS.

Italia e Colombia: un nuovo progetto di cooperazione per la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione del turismo sostenibile a Cartagena

©Comune di Cartagena

Grazie a un contributo a dono di 3 milioni di euro del Governo italiano attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Cartagena si prepara a valorizzare il suo patrimonio storico, promuovere un modello di turismo sostenibile e inclusivo e rafforzare l’economia locale. L’Ambasciatore d’Italia in Colombia, Giancarlo Maria Curcio, ne ha dato l’annuncio ufficiale venerdì 10 gennaio dal Palazzo della Dogana di Cartagena, insieme al sindaco Dumek Turbay e al Direttore di AICS Bogotá, Mario Beccia.

Il progetto, approvato lo scorso dicembre, prevede una serie di interventi di restauro e protezione dei principali luoghi del centro storico della città, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO 40 anni fa. In particolare, sarà restaurata la Cattedrale di Santa Caterina d’Alessandria e valorizzata la muraglia (costruita dall’ingegnere italiano Gian Battista Antonelli nel XVII secolo) attraverso passerelle e nuove infrastrutture che rispetteranno il design storico e faciliteranno il passaggio per residenti e turisti.

Il rafforzamento del settore turistico e dell’economia locale rappresenta un altro pilastro del progetto. In totale, 74 venditori tradizionali saranno formati e dotati di nuove postazioni di lavoro. Inoltre, 3.600 operatori turistici, tra cui artigiani, giovani e donne, riceveranno formazione specializzata in gestione urbana, patrimonio culturale e turismo sostenibile, in collaborazione con il Politecnico di Torino. Queste azioni mirano a dignificare il lavoro informale, da cui dipende il 60% della popolazione lavorativa, e a promuovere uno sviluppo più equo e inclusivo.

“L’Italia vuole così rafforzare il proprio impegno in Colombia e, in particolare, a Cartagena, dando nuova vita alle sue iconiche opere architettoniche e puntando sul turismo sostenibile e comunitario”, ha sottolineato l’Ambasciatore Curcio.

Questo progetto rappresenta l’investimento più significativo da parte di un donatore internazionale per preservare il patrimonio culturale di Cartagena. “Siamo molto lieti di poter contare su questo importante sostegno dell’Italia per conservare in maniera integrale il patrimonio architettonico e culturale di Cartagena, a beneficio della comunità locale in termini socioeconomici e per garantire la conservazione a lungo termine delle risorse storiche e culturali. Il nostro turismo, oltre ad essere sostenibile, deve diventare un motore di inclusione socioeconomica per le comunità più vulnerabili”, ha dichiarato Dumek Turbay.

Con questo progetto, l’Italia e AICS riaffermano il loro impegno nel promuovere un modello di sviluppo che coniuga sostenibilità, inclusione e valorizzazione del patrimonio culturale in Colombia.

NUOVE TRAME DI VITA IN COLOMBIA: la storia di coraggio e resistenza di Fatima

 

©COSPE

di Martina Palazzo

“Tessere le trame della vita che gli altri distruggono” é l’obiettivo di tutta un’esistenza di Fatima Muriel, nata e cresciuta nel Putumayo, uno dei dipartimenti piú colpiti dal conflitto armato in Colombia. Ottava di dodici fratelli e figlia di una madre indigena e di un padre bianco, ha ereditato il rispetto e l’ammirazione per la diversitá, la voglia di lottare per i diritti della sua comunità e la speranza per un mondo migliore.

Fatima oggi é una donna 74enne che vive di resistenza. Per oltre 40 anni, ha esercitato la sua professione d’insegnante in diverse scuole del Putumayo, spesso in zone remote dove i bambini venivano reclutati e addestrati dai combattenti delle FARC e dai paramilitari per essere i cattivi delle fiabe che un tempo leggevano; le donne perdevano il controllo del loro corpo troppe volte violato; i contadini sparivano misteriosamente dai loro campi.

Fatima ha visto, ma ha continuato ad educare le nuove generazioni perché soccombere alla paura avrebbe solo nutrito odio e violenza. Fatima non si é fermata neanche dopo la morte di due dei suoi fratelli, il sequestro del marito e la fuga forzata dal suo territorio.

Fatima ha creduto nel cambiamento, nella forza dell’unione e nella caparbietá femminile quando nel 2005 ha fondato “Allianza delle donne tessitrici di vita”. Un nome che giá racconta molto sulla missione di quella che oggi é un’associazione che riunisce piú di 65 organizzazioni e 3000 donne del Putumayo.  Si tratta di contadine, indigene e afrodiscendenti, che lavorano per costruire una societá senza violenze di genere e senza sfruttamento delle risorse naturali. La loro é una lotta su tre fronti: difendere i diritti delle donne, promuovere una partecipazione equa e inclusiva alla vita politica e contribuire allo sviluppo economico e rurale.

Proprio in una nuova prospettiva che riequilibra il rapporto tra comunitá umana e territorio, queste donne hanno dato vita all’iniziativa “Guardiane dell’acqua”, sotto la leadership di Fatima. L’acqua, come elemento naturale essenziale alla vita, rappresenta la risorsa da difendere per resistere all’occupazione di multinazionali petrolifere e minerarie. In un Paese dove ancora si muore per difendere il patrimonio naturale, le Guardiane si uniscono per ridurre i danni ambientali prodotti dallo sfruttamento irresponsabile. Grazie al loro lavoro, nel 2017, il dipartimento di Putumayo si é dotato di una politica pubblica per le donne e di genere.

Il lavoro di Fatima costruisce nuove trame, ma ha anche ricostruito i ricordi di donne vittime del conflitto armato. Si chiamano “Murales della Veritá” e sono opere d’arte che rendono omaggio a chi ha difeso i proprio diritti rischiando la vita. Il piú grande a Puerto Asís, é composto da oltre 80.000 tappi riciclati e raffigura i volti delle donne, un tempo vittime, ora simbolo di potere e di resistenza.

Da sempre Fatima tesse le trame di un cammino verso la pace. Incoraggiata dall’entusiasmo e la convinzione delle sue compagne di lotta, questa donna non ha paura di sperare e far sperare. Perché credere nell’umanità ha ancora un senso, perché coabitare pacificamente puó essere realtà anche in Colombia.

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L’associazione “Allianza di donne tessitrici di vita” é partner del progetto “CoLoRes – Comunità Locali Resilienti. Le donne e i giovani costruiscono economie sostenibili e solidali a sostegno del processo di pace in Colombia”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Con un finanziamento di 2M €, il progetto é implementato dal consorzio di OSC italiane Coopermondo-COSPE con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle comunità locali, afro, indigene e contadine dell’Amazzonia Colombiana (Dipartimento di Putumayo), e di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e della pandemia COVID-19, in un’ottica di sostegno al processo di pace, salvaguardia della biodiversità ed equità di genere.

COP16: La Cooperazione Italiana celebra 25 anni del “Programma Amazonia senza Fuoco” per la prevenzione degli incendi forestali nella regione amazzonica

In occasione della COP16, il “Programma Amazonia senza Fuoco” (PASF) celebra 25 anni di cooperazione internazionale tra Italia e Brasile, Ecuador e Bolivia per la prevenzione degli incendi forestali nella regione amazzonica.

L’evento, organizzato in collaborazione con CAF – Banco di Sviluppo dell’America Latina e dei Caraibi, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), il Fondo Italo-Ecuadoriano per lo Sviluppo Sostenibile (FIEDS), e i Ministeri dell’Ambiente dei paesi partner, ha l’obiettivo di evidenziare i risultati raggiunti in tre decenni di lavoro per la conservazione e protezione della biodiversità amazzonica.

Dal 1999, il PASF ha promosso una gestione integrale del fuoco in Brasile, Bolivia ed Ecuador, paesi pionieri nell’adozione di strategie di prevenzione degli incendi. Con il sostegno della Cooperazione Italiana, il programma ha contribuito in modo significativo alla riduzione degli incendi nelle aree di intervento, migliorando le capacità locali nella gestione dei rischi e sensibilizzando le comunità locali.

“Le immagini e i dati che in queste ultime settimane circolano nei media di tutto il mondo testimoniano che l’Amazzonia sta bruciando. Programmi di cooperazione come il PASF, che pongono al centro la prevenzione degli incendi forestali, sono fondamentali e vanno sostenuti e promossi anche in futuro”, ha commentato Mario Beccia, Direttore di AICS Bogotá.

La Cooperazione Italiana è orgogliosa di aver contribuito alla riduzione dei focolai nelle aree di intervento fino al 75% in Brasile, al 96% in Bolivia e all’85% in Ecuador.L’evento è stato un’occasione per riflettere sulle sfide ancora presenti nella lotta contro gli incendi forestali, aggravate dai cambiamenti climatici e dalla crescente pressione sulle risorse naturali. È stata sottolineata l’importanza di avere personale qualificato, conoscenze e strumenti di intervento, strategie di prevenzione a livello locale, nazionale e regionale, e infine l’importanza di continuare a lavorare con una visione regionale in totale singergia tra i paesi del bacino amazzonico con l’obiettivo di proteggere uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta.

Italia e Colombia rafforzano la loro cooperazione per lo sviluppo agricolo attraverso il progetto “Agrocadenas”

[COMUNICATO STAMPA]

Bogotá, 14 ottobre 2024 – Venerdí scorso, presso la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Bogotá, Giancarlo Maria Curcio, il Viceministro colombiano dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Polivio Leandro Rosales Cadena, e il Consigliere per la Diplomazia Economica e per lo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Marco Rago, hanno firmato l’atto di lancio del progetto “Agrocadenas / Alleanze pubblico-private per il consolidamento della pace attraverso il rafforzamento della commercializzazione e dei servizi prioritari per il settore agricolo colombiano (ACC)”. La firma si è svolta nell’ambito dell’evento Il Sistema Italia insieme ai produttori colombiani per un’agricoltura più competitiva e sostenibile, alla presenza del Direttore Generale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Marco Rusconi, in visita ufficiale in Colombia.

Con un finanziamento di circa 10 milioni di euro, Agrocadenas contribuirà allo sviluppo sostenibile del settore agricolo colombiano attraverso il trasferimento di tecnologie avanzate, la promozione dell’innovazione e la creazione di sinergie tra il settore pubblico e privato di entrambi i Paesi. In particolare, il progetto migliorerà le filiere produttive di caffè, cacao, avocado e frutta tropicale, promuovendo l’innovazione nei processi di produzione, commercializzazione e distribuzione, con un chiaro focus sulla sostenibilità e sullo sviluppo rurale.

“L’Italia, riconosciuta a livello mondiale per la sua eccellenza nel settore agroindustriale e per la sua capacità di integrare soluzioni tecnologiche all’avanguardia, si posiziona come un partner strategico per la Colombia nel suo sforzo di modernizzare e rafforzare la competitività agricola”, ha dichiarato l’Ambasciatore Curcio.

“La Colombia, come gli altri Paesi della regione latinoamericana, è un interlocutore chiave per l’Italia, poiché condividiamo valori e interessi, oltre a profondi legami storici, politici, sociali, economici e culturali. Dal Governo italiano c’è piena disponibilità a collaborare in vari settori per lo sviluppo socioeconomico del Paese andino, dai più tradizionali ai più innovativi, promuovendo e proteggendo il patrimonio naturale e valorizzando il capitale umano, le cui conoscenze possono arricchirsi attraverso la ricerca, l’innovazione e lo scambio di know-how tra i nostri Paesi”, ha aggiunto il Consigliere Rago.

“Il progetto Agrocadenas non rappresenta solo un significativo passo avanti nella cooperazione bilaterale tra Italia e Colombia, ma sottolinea anche l’impegno di entrambi i governi per il consolidamento della pace nelle aree rurali più vulnerabili, mediante la generazione di opportunità economiche inclusive e sostenibili”, ha chiarito il Viceministro Rosales.

“In Colombia, la Cooperazione italiana investe circa 62 milioni di euro con l’obiettivo di rivitalizzare il tessuto economico del Paese, puntando sulle principali filiere produttive, rendendole da un lato più efficienti e competitive grazie al know-how e alla tecnologia italiani, e dall’altro più responsabili dal punto di vista ambientale per garantire la sicurezza alimentare”, ha concluso il Direttore dell’AICS Rusconi.

Questo ambizioso progetto simboleggia la continuità e il rafforzamento di una relazione tra due Paesi uniti da una visione comune di sviluppo, innovazione e prosperità. Italia e Colombia riaffermano così la loro volontà di continuare a lavorare insieme per affrontare le sfide globali, promuovendo una crescita agricola che sia sostenibile, inclusiva e basata sullo scambio di conoscenze e tecnologie avanzate.

Annuncio: Bando di gara per Contributo – Programma ACC AGROCADENAS COLOMBIA

 

 

 

Annuncio: Bando di gara per Contributo

 

Organismo di Contrattazione: Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Colombia – MADR

 

Iniziativa di Sviluppo

 

Programma Tematico “ACC – AGROCADENAS COLOMBIA: Alleanze Pubblico-Private per il Consolidamento della Pace Attraverso il Rafforzamento della Commercializzazione e dei Servizi Primari per il Settore Agricolo Colombiano”


Referenza AID 11753

 

Il presente annuncio ha l’obiettivo di presentare le linee guida generali che orienteranno il prossimo Bando per la selezione dell’ente operatore. Il lancio ufficiale di questo Bando è previsto per gennaio 2024 da parte del MADR (Organismo di Contrattazione). Dopo il lancio, si terrà una sessione informativa per fornire informazioni dettagliate sui criteri e sui processi di candidatura.

Ambito: Il programma tematico mira a rafforzare le filiere produttive di avocado, cacao, caffè, mango e passiflora in Colombia dal punto di vista tecnico, associativo e gestionale. Ciò sarà realizzato promuovendo la collaborazione tra il settore pubblico e privato.

Richiedente: L’ente operatore deve soddisfare i seguenti criteri minimi:

  • Essere una persona giuridica
  • Essere senza fine di lucro
  • Essere un’organizzazione della società civile
  • Essere una persona giuridica colombiana e/o internazionale
  • Essere residente in Colombia o all’estero

Le organizzazioni possono partecipare singolarmente o in consorzi e/o unioni temporanee. I consorzi o unioni temporanee devono essere costituiti da almeno 2 organizzazioni, composti nel seguente modo:

  • Organizzazioni a livello Nazionale: Per le organizzazioni nazionali, devono essere entità senza fine di lucro costituite in conformità con la legislazione nazionale, con domicilio principale in Colombia e personalità giuridica in vigore.

L’organizzazione deve aver lavorato in almeno uno dei dipartimenti in cui si svilupperà il progetto, almeno una volta, durante gli ultimi 10 anni

  • Organizzazioni Non Governative con Domicilio all’Estero: Si considerano persone giuridiche di origine straniera quelle che non sono state costituite in conformità con la legislazione nazionale colombiana e non hanno il loro domicilio in Colombia. I documenti presentati dalle Organizzazioni Non Governative con domicilio all’estero senza scopo di lucro saranno soggetti alla legislazione colombiana. Devono essere entità senza scopo di lucro costituite secondo le norme del loro paese d’origine e registrate nel Registro Unico Aziendale e Sociale – RUES, in conformità con le norme colombiane che regolano lo svolgimento di attività permanenti delle Organizzazioni Non Governative con Domicilio all’Estero.

L’organizzazione deve aver lavorato in almeno uno dei dipartimenti in cui si svilupperà il progetto, almeno una volta, durante gli ultimi 10 anni

  • Ente Non Profit Colombiano con azioni di impatto nazionale. Si intende un’organizzazione di impatto nazionale quando tale entità ha azioni in almeno 4 dipartimenti del territorio nazionale.

L’organizzazione deve aver lavorato in almeno uno dei dipartimenti in cui si svilupperà il progetto, almeno una volta, durante gli ultimi 10 anni

  • Ente Non Profit di carattere internazionale: Si qualificherà con punti aggiuntivi nel processo di valutazione se: almeno 1 membro del consorzio o dell’unione temporanea è un’ Ente Non Profit Internazionale di nazionalità italiana, che deve soddisfare i seguenti criteri:
    • Essere una persona giuridica italiana. 
    • Essere senza fine di lucro.
    • Essere registrata nel Registro Unico Aziendale e Sociale – RUES in Colombia.
    • Aver avuto, almeno, 15 anni di esistenza legale, verificabile con l’atto costitutivo o il documento equivalente.
    • Essere direttamente responsabile nei confronti dei membri del consorzio o dell’unione temporanea della preparazione e gestione dell’azione e non limitarsi semplicemente ad agire come intermediario.
    • Avere esperienza certificata nella promozione di alleanze pubblico-private
    • Avere esperienza comprovata nell’implementazione di almeno cinque (5) progetti di carattere agricolo in America Latina. Specificamente, nel potenziamento delle catene produttive, negli ultimi 10 anni a partire dalla pubblicazione del presente Bando.
    • Avere almeno 5 progetti eseguiti e debitamente liquidati, che nella loro esecuzione, sommando le risorse del finanziatore e contribuite in contropartita, raggiungano complessivamente almeno il 50% delle risorse assegnate nel presente Bando, negli ultimi 10 anni a partire dalla pubblicazione del presente Bando.
    • Dimostrare di aver lavorato in almeno uno dei dipartimenti in cui si svilupperà il progetto, almeno una volta, durante gli ultimi 10 anni.

Durata

La durata iniziale prevista non potrà essere inferiore a 36 mesi.

Importo totale stimato da parte dell’ente appaltante

10.253.435 EURO

Localizazzione

Le attività pianificate devono svolgersi in Colombia, concentrandosi in particolare nei dipartimenti di Huila, Tolima e Arauca, oltre ad altri dipartimenti che saranno approvati dal comitato direttivo dell’accordo.

Requisiti

Le proposte presentate, oltre a indicare il meccanismo di intervento, devono contenere:

  • Metodologia di intervento
  • Strategia di monitoraggio
  • Modalità di gestione, esecuzione e processo decisionale
  • Strategia di comunicazione e visibilità
  • Valore aggiunto dell’Ente Operatore per il raggiungimento efficiente ed efficace degli obiettivi proposti

Valore Aggiunto

Saranno valutate positivamente le proposte:

  • Presentate da organizzazioni colombiane, tenendo conto che ciò consente di rafforzare le loro capacità e leadership locali.
  • Nel caso in cui siano presentate da un ente straniero, questo deve aggiungere valore alla proposta con metodologie per un adeguato trasferimento di conoscenze, lavoro di incidenza o interlocuzione al livello richiesto, rappresentatività, potenziamento delle capacità, ecc.
  • Che propongono approcci o metodologie già testate, presentando i risultati ottenuti in azioni o processi precedenti, nonché i benefici/valore aggiunto del proseguimento proposto.
  • Che identificano e promuovono alleanze strategiche tra Organizzazioni della Società Civile – OSC, Stato, Azienda e/o Accademia, tra gli altri, per rafforzare lo sviluppo inclusivo dei territori.
  • Che rafforzano le capacità di comunicazione delle organizzazioni partecipanti e di base per potenziare il dialogo politico, l’incidenza e la comunicazione attenta al genere, al conflitto, alla violazione dei diritti umani, tra le altre cose.
  • Che prevedono di fornire una linea di base che includa una mappatura per approfondire la comprensione delle disparità di genere esistenti. L’esercizio di elaborazione di una linea di base dovrà essere svolto entro i primi 3 mesi dall’inizio del progetto e dovrà disporre di un budget.
  • Saranno assegnati punteggi aggiuntivi ai consorzi che includono almeno un ente italiano.

Numero di domande

Ciascuna entità, nazionale o straniera, non potrà presentare più di 1 domanda al presente Bando di gara.

Un operatore non potrà far parte contemporaneamente di un altro consorzio o unione temporanea.

 

Dati di contatto: bogota@aics.gov.it, cadenas.agricolas@minagricultura.gov.co