Alicia Zhingre: una donna di scienza che diventa fonte di ispirazione

©FIEDS

di Martina Palazzo

Loja, sud dell’Ecuador. Qui, quasi 36 anni fa, è nata Alicia Esperanza Zhingre Suárez, una donna che oggi ha conquistato rispetto e ammirazione nel mondo scientifico. La sua è la storia di chi, con passione e dedizione, ha dimostrato che le ambizioni non conoscono limiti e che le origini non definiscono il futuro.

Fin da giovane, Alicia ha combinato studio e lavoro, con l’obiettivo di spostare sempre piú in alto l’asticella del sapere e del saper fare. Oggi possiede un dottorato in Scienze della Salute, insegna nella facoltá di Medicina e in programmi di Laboratorio Clinico, e guida ricerche nel campo della Biotecnologia Molecolare. Titolo dopo titolo, pubblicazione dopo pubblicazione, il suo vero lascito è il modello di donna di scienza che sta costruendo e condividendo con gli altri.

“Non sono stata io a scegliere la scienza; è stata la scienza a scegliere me”, racconta Alicia. La sua motivazione è sempre stata chiara: migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la ricerca e l’educazione. “Fin da giovane ho capito che attraverso la scienza potevo fare una differenza significativa per il benessere sociale.”

Uno dei momenti più significativi della sua carriera è stato durante la pandemia di COVID-19. Nel pieno della crisi, e nonostante il dolore per la perdita del figlio e della sorella a causa del cancro, Alicia ha guidato il progetto di diagnostica del SARS-CoV-2 nelle province di Azuay e Loja, un progetto finanziato dal Fondo Italo-Ecuadoriano per lo Sviluppo Sostenibile (FIEDS) e coordinato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). “Anche se la mia salute mentale non era al meglio, ho sentito che Dio mi aveva messo nel posto giusto, facendomi vivere una delle esperienze più trasformative della mia vita,” racconta Alicia. Il suo lavoro e quello del suo team non solo ha permesso di individuare migliaia di casi, ma ha anche gettato le basi per un approccio integrato alla salute femminile.

“La salute delle donne è stata storicamente sottovalutata e considerata un diritto limitato. Per questo, lottare per il loro benessere è una delle mie più grandi motivazioni,” afferma con determinazione. Continua poi a parlare di figure come Marie Curie, che hanno combattuto per vedere riconosciuto il proprio talento e ottenere pari opportunità nel campo scientifico e accademico. La fisica e chimica polacca è un esempio di coraggio che ispira Alicia, così come le nuove generazioni di donne, a perseguire le proprie ambizioni professionali.

Alicia ha anche dovuto affrontare episodi di discriminazione per il semplice fatto di essere una donna in un mondo storicamente dominato dagli uomini, quello scientifico. Dalla sottovalutazione e delegittimazione del suo lavoro fino alle molestie sessuali, le è capitato di essere interrotta o ignorata durante riunioni e dibattiti, di vedere minimizzati i suoi sforzi e risultati, e di subire commenti, gesti e comportamenti indesiderati di natura sessuale. Tuttavia, ha trasformato queste esperienze in opportunità per dimostrare la propria capacità e leadership. Oggi è una figura chiave nel suo campo e un esempio vivente che le donne possono e devono essere leader anche nella scienza.

Alicia è la prova di come la conoscenza possa essere il motore per l’emancipazione e la giustizia sociale. Il suo percorso continua a essere ricco di progetti, ricerche e attività di mentoring nel suo Paese. Perché per lei, la vera scienza non si trova solo nei laboratori, ma vive in ogni giovane che ha il coraggio e la forza di costruire e realizzare i propri sogni..

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Nell’ambito del programma di Conversione del Debito, il progetto “Potenziamento delle attrezzature dei laboratori dell’Università Nazionale di Loja e dell’Università Cattolica di Cuenca per migliorare la capacità di test del SARS-CoV-2” è una delle iniziative approvate nel 2020 dal Comitato Direttivo del FIEDS, composto dal Ministero degli Affari Esteri dell’Ecuador e dall’Ambasciata d’Italia, in risposta alla crisi sanitaria causata dal COVID-19.

Con un budget di 750.000 USD, il progetto ha dotato entrambe le università di attrezzature e materiali per la realizzazione di diagnosi di SARS-CoV-2 mediante test PCR, destinati alle popolazioni vulnerabili delle province vicine a ciascuna università. Grazie a questa iniziativa, sono stati rilevati oltre 39.000 casi nelle comunità del centro e sud del Paese.
Il progetto è stato concordato con il Ministero della Salute Pubblica dell’Ecuador e coordinato dall’AICS.

Italia e Colombia: un nuovo progetto di cooperazione per la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione del turismo sostenibile a Cartagena

©Comune di Cartagena

Grazie a un contributo a dono di 3 milioni di euro del Governo italiano attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Cartagena si prepara a valorizzare il suo patrimonio storico, promuovere un modello di turismo sostenibile e inclusivo e rafforzare l’economia locale. L’Ambasciatore d’Italia in Colombia, Giancarlo Maria Curcio, ne ha dato l’annuncio ufficiale venerdì 10 gennaio dal Palazzo della Dogana di Cartagena, insieme al sindaco Dumek Turbay e al Direttore di AICS Bogotá, Mario Beccia.

Il progetto, approvato lo scorso dicembre, prevede una serie di interventi di restauro e protezione dei principali luoghi del centro storico della città, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO 40 anni fa. In particolare, sarà restaurata la Cattedrale di Santa Caterina d’Alessandria e valorizzata la muraglia (costruita dall’ingegnere italiano Gian Battista Antonelli nel XVII secolo) attraverso passerelle e nuove infrastrutture che rispetteranno il design storico e faciliteranno il passaggio per residenti e turisti.

Il rafforzamento del settore turistico e dell’economia locale rappresenta un altro pilastro del progetto. In totale, 74 venditori tradizionali saranno formati e dotati di nuove postazioni di lavoro. Inoltre, 3.600 operatori turistici, tra cui artigiani, giovani e donne, riceveranno formazione specializzata in gestione urbana, patrimonio culturale e turismo sostenibile, in collaborazione con il Politecnico di Torino. Queste azioni mirano a dignificare il lavoro informale, da cui dipende il 60% della popolazione lavorativa, e a promuovere uno sviluppo più equo e inclusivo.

“L’Italia vuole così rafforzare il proprio impegno in Colombia e, in particolare, a Cartagena, dando nuova vita alle sue iconiche opere architettoniche e puntando sul turismo sostenibile e comunitario”, ha sottolineato l’Ambasciatore Curcio.

Questo progetto rappresenta l’investimento più significativo da parte di un donatore internazionale per preservare il patrimonio culturale di Cartagena. “Siamo molto lieti di poter contare su questo importante sostegno dell’Italia per conservare in maniera integrale il patrimonio architettonico e culturale di Cartagena, a beneficio della comunità locale in termini socioeconomici e per garantire la conservazione a lungo termine delle risorse storiche e culturali. Il nostro turismo, oltre ad essere sostenibile, deve diventare un motore di inclusione socioeconomica per le comunità più vulnerabili”, ha dichiarato Dumek Turbay.

Con questo progetto, l’Italia e AICS riaffermano il loro impegno nel promuovere un modello di sviluppo che coniuga sostenibilità, inclusione e valorizzazione del patrimonio culturale in Colombia.

NUOVE TRAME DI VITA IN COLOMBIA: la storia di coraggio e resistenza di Fatima

 

©COSPE

di Martina Palazzo

“Tessere le trame della vita che gli altri distruggono” é l’obiettivo di tutta un’esistenza di Fatima Muriel, nata e cresciuta nel Putumayo, uno dei dipartimenti piú colpiti dal conflitto armato in Colombia. Ottava di dodici fratelli e figlia di una madre indigena e di un padre bianco, ha ereditato il rispetto e l’ammirazione per la diversitá, la voglia di lottare per i diritti della sua comunità e la speranza per un mondo migliore.

Fatima oggi é una donna 74enne che vive di resistenza. Per oltre 40 anni, ha esercitato la sua professione d’insegnante in diverse scuole del Putumayo, spesso in zone remote dove i bambini venivano reclutati e addestrati dai combattenti delle FARC e dai paramilitari per essere i cattivi delle fiabe che un tempo leggevano; le donne perdevano il controllo del loro corpo troppe volte violato; i contadini sparivano misteriosamente dai loro campi.

Fatima ha visto, ma ha continuato ad educare le nuove generazioni perché soccombere alla paura avrebbe solo nutrito odio e violenza. Fatima non si é fermata neanche dopo la morte di due dei suoi fratelli, il sequestro del marito e la fuga forzata dal suo territorio.

Fatima ha creduto nel cambiamento, nella forza dell’unione e nella caparbietá femminile quando nel 2005 ha fondato “Allianza delle donne tessitrici di vita”. Un nome che giá racconta molto sulla missione di quella che oggi é un’associazione che riunisce piú di 65 organizzazioni e 3000 donne del Putumayo.  Si tratta di contadine, indigene e afrodiscendenti, che lavorano per costruire una societá senza violenze di genere e senza sfruttamento delle risorse naturali. La loro é una lotta su tre fronti: difendere i diritti delle donne, promuovere una partecipazione equa e inclusiva alla vita politica e contribuire allo sviluppo economico e rurale.

Proprio in una nuova prospettiva che riequilibra il rapporto tra comunitá umana e territorio, queste donne hanno dato vita all’iniziativa “Guardiane dell’acqua”, sotto la leadership di Fatima. L’acqua, come elemento naturale essenziale alla vita, rappresenta la risorsa da difendere per resistere all’occupazione di multinazionali petrolifere e minerarie. In un Paese dove ancora si muore per difendere il patrimonio naturale, le Guardiane si uniscono per ridurre i danni ambientali prodotti dallo sfruttamento irresponsabile. Grazie al loro lavoro, nel 2017, il dipartimento di Putumayo si é dotato di una politica pubblica per le donne e di genere.

Il lavoro di Fatima costruisce nuove trame, ma ha anche ricostruito i ricordi di donne vittime del conflitto armato. Si chiamano “Murales della Veritá” e sono opere d’arte che rendono omaggio a chi ha difeso i proprio diritti rischiando la vita. Il piú grande a Puerto Asís, é composto da oltre 80.000 tappi riciclati e raffigura i volti delle donne, un tempo vittime, ora simbolo di potere e di resistenza.

Da sempre Fatima tesse le trame di un cammino verso la pace. Incoraggiata dall’entusiasmo e la convinzione delle sue compagne di lotta, questa donna non ha paura di sperare e far sperare. Perché credere nell’umanità ha ancora un senso, perché coabitare pacificamente puó essere realtà anche in Colombia.

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L’associazione “Allianza di donne tessitrici di vita” é partner del progetto “CoLoRes – Comunità Locali Resilienti. Le donne e i giovani costruiscono economie sostenibili e solidali a sostegno del processo di pace in Colombia”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Con un finanziamento di 2M €, il progetto é implementato dal consorzio di OSC italiane Coopermondo-COSPE con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle comunità locali, afro, indigene e contadine dell’Amazzonia Colombiana (Dipartimento di Putumayo), e di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e della pandemia COVID-19, in un’ottica di sostegno al processo di pace, salvaguardia della biodiversità ed equità di genere.

Visita in Colombia del Direttore Rusconi: una cooperazione innovativa in una Paese dalle molte sfide

 

Dal 10 al 13 ottobre 2024, il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Marco Rusconi, ha effettuato una visita ufficiale in Colombia insieme al Consigliere giuridico del Ministro Tajani per la diplomazia economica e dello sviluppo, Marco Rago. La missione, caratterizzata da incontri con le istituzioni, i partner e i beneficiari dei progetti della Cooperazione italiana, ha messo in evidenza l’impegno dell’Agenzia nel promuovere lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale nel Paese.

A Bogotá Rusconi ha presenziato al lancio del progetto “Agrocadenas”, un’iniziativa da 10 milioni di euro volta a migliorare la competitività del settore agricolo colombiano. Attraverso il rafforzamento delle filiere produttive di caffè, cacao, avocado e frutta tropicale, il progetto punta a favorire il trasferimento di tecnologie innovative e a costruire solide alleanze pubblico-private tra Italia e Colombia. Si tratta di un passo significativo verso lo sviluppo agricolo sostenibile e inclusivo, in linea con l’obiettivo di consolidare la pace nelle aree rurali più vulnerabili​.

Proseguendo la missione, il Direttore Generale si è recato a Cartagena, città patrimonio dell’UNESCO, dove ha visitato la storica Muraglia e i principali siti storici in cui AICS interverrà con un nuovo progetto da 3 milioni di euro. L’obiettivo del programma è duplice: da un lato rafforzare le competenze delle istituzioni locali per la conservazione del patrimonio culturale e, dall’altro, promuovere un turismo più inclusivo e sostenibile. Le attività si concentreranno principalmente sul restauro della Muraglia e della Cattedrale di Cartagena, con particolare attenzione al coinvolgimento delle donne e dei giovani in situazioni di vulnerabilità. Il progetto prevede anche la promozione di pratiche turistiche sostenibili, favorendo la partecipazione attiva della comunità locale

La missione si è conclusa a Barranquilla, dove Rusconi ha incontrato tutti gli attori chiave coinvolti nel progetto Almas, implementato dall’ong CESVI con l’obiettivo di promuovere l’inclusione socio-economica delle donne venezualane migranti. Durante l’incontro, è stata siglata un’importante alleanza tra il CESVI e il Fondo Nacional de Garantías (FNG), finalizzata a sostenere l’inclusione finanziaria delle donne migranti del Venezuela e alle comunitá ospitanti. Per l’occasione é stato firmato simbolicamente un accordo con il Fondo Nazionale di Garanzia che faciliterá l’accesso al credito alle iniziative microimpresariali. Nel suo intervento, Rusconi ha sottolineato l’importanza del progetto nel promuovere l’uguaglianza di genere e nel rafforzare le competenze delle donne migranti​.

L’impegno di AICS in Colombia continua ad essere determinante per il miglioramento delle condizioni socio-economiche delle comunità locali, promuovendo al contempo l’inclusione, l’uguaglianza e la sostenibilità.

La missione é stata importante per confermare l’impegno della Cooperazione italiana in Colombia nel costruire azioni di sviluppo innovative, sostenibili e inclusive grazie soprattutto alla partnership pubblico-privato, alla ricerca e al know how italiano. Concetti chiave che sono stati oggetto della riunione con l’Agenzia Presidenziale di Cooperazione per condividere prospettive future di collaborazione.