Inaugurazione

Inaugurata a Bogotà la nuova sede AICS con competenza regionale sul Sud America

Il giorno venerdì 2 dicembre 2022 si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della nuova sede AICS di Bogotà, con competenza sull’intera regione sudamericana.

La cerimonia d’inaugurazione è cominciata con lo scioglimento del nastro nei nuovi uffici della Sede alla presenza del Direttore Generale dell’AICS, Luca Maestripieri, e dell’Ambasciatrice Alicia Alejandra Alfaro Castillo, Direttrice Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri colombiano. Dopodiché, la delegazione si è spostata nelle sale del Museo del Chicó, luogo di svolgimento dell’evento. Alla presenza di circa 80 invitati tra ONG italiane, Agenzie delle Nazioni Unite, Ministeri, Istituzioni territoriali e Accademia, gli invitati sono stati accolti dalle parole di apertura dell’Ambasciatore italiano in Colombia, Gherardo Amaduzzi, che ha lodato il lavoro svolto da AICS dal suo arrivo nel Paese: “In questi sei anni l’Italia ha tracciato e guidato con determinazione gli sforzi dei diversi governi colombiani per realizzare un Paese più stabile nel suo cammino verso la pace totale”.

Successivamente, Alvaro Calderón, Direttore di Cooperazione Internazionale presso il Ministero degli Affari Esteri colombiano, ha definito l’apertura della sede AICS di Bogotà “una buona notizia, perché conferma il rapporto di cooperazione che esiste tra Italia e Colombia”.
Il Direttore della sede regionale AICS di Bogotá, Mario Beccia, ringraziando per l’appoggio ricevuto in questi mesi, ha dichiarato che le direttive ricevute da Maestripieri, dopo la nomina di direttore della nuova sede, “sono state molto chiare sin dall’inizio: assicurare una cooperazione aperta, dinamica e moderna, che tenga la Colombia al centro”.
Infine, il Direttore Generale dell’AICS, Luca Maestripieri ha preso la parola per ribadire la forte presenza della cooperazione italiana in Colombia e nella regione sudamericana, in cui apporta rispettivamente contributi per 30 milioni di euro e 170 milioni di euro, tra canali bilaterali e multilaterali e crediti d’aiuto.

“Questa prospettiva regionale fa senza dubbio parte della vocazione e dell’identità di questa nuova sede Aics, che nasce con il duplice obiettivo di garantire continuità alle eccellenti esperienze che l’Italia ha avuto in altri Paesi, nonché di promuovere l’innovazione negli strumenti e nelle modalità di cooperazione che coinvolgano in particolar modo il settore privato, la finanza innovativa, le banche di sviluppo e altre organizzazioni internazionali”.

Inaugurazione

Inaugurazione

La missione del Direttore Generale, Luca Maestripieri, alla Sede AICS di Bogotá ha previsto inoltre una serie di incontri istituzionali. Nel colloquio avuto con il Direttore di Cooperazione Internazionale Alvaro Calderón si è ribadita la relazione di vicinanza tra Italia e Colombia, evidenziando come la Colombia continui ad offrire numerosi incentivi all’attività di cooperazione. Durante la riunione con Luis Alberto Villegas, Viceministro dell’Agricoltura, Maestripieri ha sottolineato l’impegno della cooperazione italiana nel settore agricolo, in particolar modo rispetto a tematiche quali la riconversione dei sistemi agricoli, l’innovazione tecnologica e la commercializzazione dei prodotti agricoli.
Nell’incontro con la Delegazione dell’Unione Europea, si è manifestata la sintonia di visioni esistente tra la Cooperazione italiana e l’Unione Europea concretata nel Programma di Assistenza tecnica alle politiche pubbliche del comparto agricolo in Colombia – DRET II. Si sono inoltre paventate possibilità di future collaborazioni, in particolare con NDC Forest e NDC Agrifood System e si è posto l’accento sull’importanza della cooperazione delegata come strumento di collaborazione replicabile anche in altri Paesi della regione.
Infine, il Direttore Generale Luca Maestripieri ha incontrato Mireille Girard, rappresentante di UNHCR Colombia, partner principale di AICS Bogotà nella gestione del tema migrazione nella regione sudamericana, con cui sono emerse prospettive e obiettivi comuni nella risposta alla crisi migratoria dal Venezuela.

Cancilleria

© Cancilleria

La missione di Maestripieri presso la sede di Bogotá è continuata nel Dipartimento del Huila, situato a sud-ovest della capitale colombiana, dove ha avuto modo di visitare sul territorio il progetto “Agricoltura e turismo sostenibile per il consolidamento della pace in Colombia – Paz Colombia” finanziato dall’AICS e implementato dall’Organizzazione internazionale italo-latinoamericana (IILA). In particolar modo, ha potuto visitare le installazioni dell’Istituto Nazionale colombiano di Formazione Primaria (SENA), importante alleato dell’Agenzia nel Paese, a Campoalegre e percorrere la Ruta Magica del Cafè, un’iniziativa che promuove il turismo comunitario sostenibile coinvolgendo una serie di fincas, aziende agricole produttrici di caffè presenti nell’area, dove ha incontrato i principali beneficiari e le associazioni di coltivatori di caffè interessate.

Huila

Huila

Nell’ottica regionale che caratterizza la nuova sede Aics di Bogotà, la missione del direttore Maestripieri, è continuata con una visita di tre giorni a Quito, dove ha avuto modo di conoscere alcune delle iniziative finanziate da AICS in Ecuador.

Cecilia López, ministra dell’agricoltura, ha partecipato alla riunione della rete parlamentare Parlaméricas per l’uguaglianza di genere

Dal 30 novembre al 2 dicembre 2022 si è tenuto presso il Congresso della Repubblica di Colombia il 14° incontro della Rete parlamentare Parlaméricas per l’uguaglianza di genere. L’evento si è concentrato sulla proposta di prospettive legislative per una crescita economica inclusiva, avendo come asse l’economia della cura. Il Programma DRET II ha sostenuto l’incontro, seguendo uno degli assi strategici del programma: la promozione dell’accesso delle donne delle zone rurali ai beni produttivi e della loro partecipazione alle politiche pubbliche e ad altri organi decisionali settoriali.

Secondo i dati del Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica (DANE), in Colombia, il 93% delle donne che vivono nelle aree rurali svolge attività lavorative non retribuite. Sebbene rappresentino il 48,2% della popolazione rurale, il loro tasso di occupazione è appena del 30,6% e il loro reddito medio è inferiore del 28,4% a quello degli uomini. Questo problema è tra le priorità del Ministero dell’Agricoltura, per questo la Ministra Cecilia López, su invito del Programma DRET II, ​​ha partecipato all’incontro, condividendo la sua prospettiva sull’importanza dell’economia della cura nel dibattito “Le dimensioni economiche della cura: miti e realtà“.

Il problema è che la cura non è riconosciuta come settore produttivo. È giunto il momento che queste attività vengano assunte dal mercato, dallo Stato, dalle famiglie e dalle comunità. Non si tratta di sovvenzionare, ma di considerarla una categoria, in modo che ci sia una maggiore domanda e offerta di lavoro, che genererà una massa salariale più alta, tasse e un aumento del PIL”, ha sostenuto la Ministra dell’Agricoltura durante il suo intervento.

In questo senso, la FAO ha accompagnato l’aggiornamento della Legge 731 sulle donne rurali del 2002, lavoro che ha comportato sfide in termini di volontà politica, investimenti e, soprattutto, transversalizzazione dell’approccio di genere in tutte le politiche rurali. D’altra parte, DRET II ha lavorato in questa direzione attraverso la strategia delle Rutas territoriales del progetto “Donne rurali che partecipano e si appropriano efficacemente degli strumenti di politica del settore” realizzato con la Fondazione Alpina nei territori di Cauca e La Guajira.

3° Congresso di Ricerca Ambientale e Innovazione Ambientale della CAR: uno spazio per parlare dei danni del cambiamento climatico

Alcuni rappresentanti del Programma DRET II e delle entità che lo finanziano hanno partecipato al 3° Congresso di Ricerca Ambientale e Innovazione Ambientale, organizzato dall’Ente Regionale Autonomo di Cundinamarca (CAR), per parlare dei principali progetti e strategie che si stanno portando avanti dalla cooperazione internazionale a sostegno della lotta contro cambiamento climatico.

Uno dei temi principali è stata la lotta al cambiamento climatico. Per parlare della visione dell’Unione Europea su questo tema, Tobias Biermann, Responsabile Ambiente, Clima e Occupazione della Delegazione dell’Unione Europea in Colombia, ha partecipato al forum “Cosa fare per affrontare il cambiamento climatico?” e ha evidenziato l’importanza del Green Deal europeo e la necessità di includere più settori nella strategia: “L’obiettivo è lavorare insieme a tutti i settori, non solo all’energia e alla politica. Tutti devono ridurre le proprie emissioni“. Ha inoltre fatto riferimento al piano Fit for 55 dell’UE, che propone un pacchetto di misure e normative per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.

Da parte sua, il direttore della sede AICS di Bogotá, Mario Beccia, ha presentato i progetti che si stanno sviluppando a livello territoriale in termini di sviluppo rurale e sostenibilità ambientale, evidenziando i progetti del programma DRET II: “Abbiamo sviluppato progetti intorno al consolidamento della pace e all’inclusione di piccoli produttori rurali in dipartimenti come Cauca e Huila. Inoltre, stiamo rafforzando le politiche pubbliche in materia di sviluppo rurale e ambiente, marketing agricolo e donne rurali con il progetto DRET II, ​​che finanziamo con l’Unione Europea e la FAO”.

Furio Massolino, direttore del Programma DRET II, ​​ha tenuto una conferenza in tema di “Sistemi agroforestali e la loro importanza nella mitigazione dei cambiamenti climatici”, in cui ha spiegato i vantaggi di questi tipi di sistemi per aiutare ad adattare le colture a eventi meteorologici estremi come siccità e forti piogge : “I sistemi agroforestali sono un ottima modalità di gestione del territorio, soprattutto in condizioni di suoli vulnerabili al degrado, oltre a consentire la differenziazione dei prodotti ottenibili in un’unità di territorio, attraverso l’associazione di varie colture, che consente di avere più fonti di reddito grazie alla diversificazione della produzione e non dipendenti da una monocoltura. In altre parole, in questo modo si riduce la vulnerabilità legata a una monocoltura e utilizzare tutto il potenziale dell’ecosistema, aumentando anche la biodiversità nel sistema produttivo”.

Il Congresso si è svolto presso il centro congressi Ágora Bogotá, con la partecupazione di 6.000 persone, 125 stand, 220 relatori, 25 paesi invitati e 350 aziende partner.

Expo Agrofuturo: Trasformare le aree rurali per un futuro sostenibile, inclusivo e di pace

L’Unione Europea è stata l’ospite d’onore ad Expoagrofuturo 2022, dove ha presentato quattordici dei progetti che sta sviluppando nel Paese con vari partner, all’insegna del motto “Trasformare le aree rurali per un futuro sostenibile, inclusivo e di pace”. Tra questi progetti c’era il Programma DRET II, ​​con uno stand nello spazio comune progettato per l’Unione Europea nel padiglione 6 di Corferias a Bogotá.

Lo stand DRET II ha dato visibilità ai beneficiari dei diversi progetti che sono sostenuti in coordinamento con il Ministero dell’Agricoltura e l’Ufficio per le Attività Verdi del Ministero dell’Ambiente. Allo stesso modo, hanno partecipato allo stand congiunto anche altri progetti beneficiari del DRET II come “Donne rurali e politiche pubbliche”, appartenenti alle Rutas Territoriales sviluppate con Fundación Alpina, in cui le donne beneficiarie di questo progetto pilota hanno avuto ila possibilità di esporre i propri prodotti artigianali e condividere esperienze e testimonianze nei dibattiti organizzati nell’ambito dell’agenda accademica.

Il Programma DRET II ha organizzato quattro convegni accademici con l’obiettivo di raccogliere diversi punti di vista in merito alle sfide che il settore rurale deve affrontare di fronte ai cambiamenti strutturali che saranno realizzati dal nuovo Governo: “Inclusione – Il ruolo di famiglia, contadina e comunità, donne e giovani nel futuro dell’Agro’; “Innovazione per economie verdi: scienza e tecnologia per l’agricoltura”; ‘Transizione agroecologica e ruolo dei sistemi agroalimentari’ e ‘Agricoltura e costruzione della pace’.
A questi panel hanno partecipato rappresentanti dell’Unione Europea, della FAO e dell’AICS, nonché beneficiari dei diversi progetti, accademici e funzionari dei Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e delle loro agenzie, che hanno potuto socializzare i risultati ottenuti grazie al lavoro svolto in collaborazione con il Programma e gli enti dipartimentali e municipali.

L’ultimo giorno di Expoagrofuturo si è tenuta una colazione alla presenza della Vice Presidentessa, Francia Márquez, dei Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, del Ministro della Scienza e della Tecnologia, dell’Ambasciatore Gilles Bertrand e di undici ambasciatori degli Stati Membri della UE (Unione Europea). Nella stessa giornata, l’Unione Europea ha presentato il forum “Commercializzazione: sfide e scommesse per lo sviluppo rurale”, che mirava a generare proposte per migliorare la costruzione di politiche, programmi e progetti pubblici che promuovano la sostenibilità economica, sociale e ambientale. per i piccoli e medi produttori, oltre che per la popolazione in generale.

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La comunità Sikuani, un villaggio che contribuisce alla costruzione della pace

“Mapiripán” nelle lingue ancestrali locali significa cesta di pane. Questo municipio, situato nel dipartimento di Meta, è stato attraversato per decenni dal conflitto armato colombiano. Tuttavia, oggi è un territorio ricco di opportunità, impegnato nella costruzione della pace e dotato di una grande ricchezza culturale.

Nei quattro nuclei abitativi che compongono la comunità di Caño Ovejas, grazie al progetto Avanza Mapiripán della Agencia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS), con il supporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP), è iniziata la semina di 12 ettari di yuca brava. Si prevede di raggiungere una produzione di 10 tonnellate per ettaro.

Mingas per lo sviluppo

Dopo aver effettuato lo studio e la preparazione del terreno, le 364 persone della riserva si sono organizzate in giornate comunitarie, che vengono chiamate mingas, e si sono accordate per stabilire i rispettivi appezzamenti. Donne, uomini, bambini e adolescenti si sono riuniti per lavorare i campi tutti insieme.

Una parte del raccolto verrà consumata internamente, mentre l’altra parte sarà venduta. L’Associazione delle Autorità Indigene Tradizionali di Mapiripán (ASOTIMAPI), costituita con l’aiuto del progetto, sarà responsabile del processo di commercializzazione. La maggior parte del raccolto sarà destinato alla trasformazione in casabe e mañoco, alimenti base fondamentali del popolo Sikuani.

Sikuani

Questo popolo costituisce una delle 87 popolazioni indigene riconosciute in Colombia. Attualmente vive nel municipio di Mapiripan, nonostante alcune famiglie siano state sfollate tra il 1997 e il 1998. Da nomadi che attraversavano le grandi savane, le foreste e i fiumi delle pianure orientali, a causa dell’arrivo di coloni negli anni Cinquanta, furono costretti ad adottare uno stile di vita sedentario. Oggi le famiglie si dedicano principalmente alla pesca e all’agricoltura di sussistenza. I Sikuani seguono un calendario basato sull’osservazione della natura e delle stelle, che li aiuta a determinare il momento più adatto per cacciare, piantare o raccogliere la frutta. Per questo le attività svolte nell’ambito del progetto si sono realizzate nel rispetto della Madre Terra.

 

Azioni per la conservazione delle tradizioni Sikuani

Il progetto Avanza Mapiripán prevede anche di sostienere la comunità Sikuani della comunità di Caño Ovejas nella conservazione delle loro tradizioni alimentari attraverso una serie di incontri di memoria culinaria e la promozione della partecipazione ad eventi di artigianato e cucina. Allo stesso modo, la comunità viene seguita nelle proprie celebrazioni e nei propri rituali tradizionali.

Come ci spiega Manuel Rodríguez, presidente della comunità Sikuani di Caño Ovejas, che da 75 anni assiste ai cambiamenti sociali e alla lotta della sua comunità per il diritto ancestrale al territorio: “Per noi la terra è la nostra madre, è colei che ci dà il cibo, ma non solo. Per questo ce ne prendiamo cura e la difendiamo”.

Sikuani

Il Programma DRET II ha partecipato alla Fiera Internazionale del caffè, del cacao e dell’agriturismo del Huila

La seconda edizione della Fiera Internazionale del Caffè, del Cacao e dell’Agriturismo di Huila (FICCA 2022) ha accolto a Neiva più di 20.000 visitatori che, per tre giorni, hanno potuto godere dell’offerta di prodotti esposti in 120 stand, oltre a tavole rotonde aziendali, aste, competizioni di baristi , laboratori di degustazione e una variegata agenda accademica.

Questo evento, organizzato dal governo di Huila, dalla Federazione nazionale dei coltivatori di caffè della Colombia, dal Servizio nazionale di apprendimento (SENA) e da Fomcultura Huila, ha rappresenato un’importante vetrina commerciale per il dipartimento, che produce la maggior quantità di caffè nel Paese, oltre a varietà specifiche di cacao.

Il Programma DRET II dell’Unione Europea, AICS e FAO ha partecipato come sponsor ufficiale dell’evento attraverso uno stand e una conferenza dal titolo “La cooperazione internazionale e il suo impulso al caffè della Colombia”, a cui ha partecipato Furio Massolino, direttore del programma DRET II; Diego Mora, assistente rappresentante della FAO Colombia; Luca de Paoli, responsabile tecnico della sede AICS di Bogotà e il segretario all’agricoltura del dipartimento, Dilberto Trujillo. La conferenza ha illustrato il lavoro che il DRET II e le entità che lo compongono hanno realizzato in alleanza con le autorità del dipartimento di Huila, in tema di sviluppo integrale del campo e di sostenibilità e modernizzazione di colture quali caffè.

La partecipazione a FICCA 2022 ha anche permesso di presentare i nuovi progetti dell’AICS. Agrocadenas, per esempio, è un progetto che mira a rafforzare le filiere di produzione del caffè e della passiflora nel dipartimento attraverso l’innovazione tecnologica, il rafforzamento della commercializzazione e la responsabilizzazione delle associazioni di produttori attraverso cooperative e alleanze pubblico-private. In totale, questo progetto di cooperazione italiana beneficerà più di 15mila persone nei dipartimenti di Huila, Tolima e Arauca, e avrà un budget di 11 milioni di euro.

Primo incontro del tavolo sull’occupabilità e l’imprenditorialità dei giovani rurali (MEEJR)

Per la prima volta si è riunito in Colombia il tavolo sull’occupabilità e l’imprenditorialità dei giovani rurali (MEEJR), un’iniziativa che ha coinvolto più di 80 organizzazioni di diverse regioni del Paese presso l’Universidad Libre, a Bogotà. L’evento è stato un’occasione per sottolineare la necessità di migliorare la qualità della vita della popolazione rurale e indigena, consolidare i canali di incidenza nelle politiche pubbliche della gioventù rurale, nonché raccogliere visioni del territorio nel quadro della strutturazione del nuovo Piano Nazionale per lo sviluppo.

Durante la prima giornata si sono svolti colloqui con la presenza di funzionari del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dell’Ambiente; l’Agenzia Nazionale del Territorio (ANT); nonché rappresentanti del Programma DRET II e degli enti che lo compongono, tra cui Sonia Tato, vice capo della cooperazione della Delegazione dell’Unione Europea in Colombia e Luca de Paoli, responsabile tecnico della sede AICS di Bogotà.

La seconda giornata è stata dedicata alla fiera dell’imprenditoria allestita all’interno dell’Università con oltre 20 stand dove i giovani partecipanti hanno esposto e venduto una varietà di prodotti e servizi; dal caffè, cacao, cocadas, bracciali e zaini, ai piani agrituristici. La terza e ultima giornata si è conclusa con una dimostrazione artistica della corporazione Casa de Colores e con spazi privati ​​per laboratori dove i membri del Consiglio hanno concordato i punti generali da presentare per il Piano Nazionale di Sviluppo.

I giovani rurali del MEEJR rappresentano 950 organizzazioni giovanili contadine e indigene provenienti dai 32 dipartimenti del Paese. Questa leadership nazionale è stata raggiunta grazie al sostegno fornito dal Programma DRET II, ​​in stretto coordinamento con la Direzione Nazionale della Pianificazione (DNP). Grazie al lavoro svolto, i giovani rurali potranno lavorare attivamente per influenzare il Piano di Sviluppo Nazionale del nuovo Governo e, inoltre, AICS prevede di continuare ad accompagnare il lavoro con i giovani rurali attraverso il progetto “Giovani rurali: il campo in movimento”, programma che inizerà nel 2023.

 

Uniti, i riciclatori venezuelani e colombiani sulla costa caraibica della Colombia generano reddito preservando l’ambiente

Anleidys, Víctor e Nairis hanno trovato nel riciclo un modo per sostenere finanziariamente le loro famiglie e per contribuire alla sostenibilità delle loro comunità a Barranquilla e Santa Marta

Nairis non ha dubbi: il riciclo le ha salvato la vita. Dopo aver lasciato il Venezuela per cominciare una nuova vita in Colombia, Nairis ha avuto varie difficoltà per riuscire guadagnare il minimo necessario a sopravvivere nella città che la ospita, Barranquilla, dove è arrivata, insieme al figlio di 4 anni, poco prima dell’inizio della pandemia di COVID-19.

“Per un periodo prolungato non siamo potuti uscire in strada a lavorare, a causa dell’alto rischio di contagio”, ricorda Nairis, che fortunatamente ha trovato posto in un rifugio sostenuto da UNHCR, dove lei e suo figlio hanno soggiornato durante i mesi di incertezza dell’inizio della pandemia. Quando è stata in grado di avventurarsi alla ricerca di lavoro, Nairis, che in Venezuela, il suo Paese natale, era occupata come ingegnere elettrico, non ha trovato altro modo per guadagnarsi da vivere che vendere caffè per strada, un lavoro duro che spesso non era abbastanza per coprire le sue necessità basiche.

Fu mentre vendeva caffè che incontrò un gruppo di raccoglitori di rifiuti, il cui lavoro le sembrò non solo più sostenibile ma anche più redditizio. Iniziò così ad andare alla ricerca di materiali da riciclare, ma farlo da sola era rischioso.

“Ho incontrato molte difficoltà. Ho dovuto far fronte a diversi tipi di rischi: non solo quelli fisici dovuti al peso del materiale che trasportavo, ma anche quelli dovuti a un incidente di autobus che ho vissuto, i rischi dovuti alla pioggia, eccetra”.

© ACNUR/Daniela Camargo

È così che Nairis ha deciso di unirsi ad un gruppo di riciclatori, per lo più venezuelani come lei, nella comunità di Brisa del Río a Barranquilla. Grazie al lavoro di riciclo, non solo ha ritrovato una passione, ma si è anche sentita di nuovo parte di una comunità.

È passato un anno da quando Nairis ha cominciato a dedicarsi alla raccolta di materiali di scarto, garantendo, attraverso questo lavoro, un sostentamento dignitoso per lei e per suo figlio. Tuttavia, sebbene lavorare in gruppo permetta di prevenire alcuni tipi di rischi, questa categoria è comunque costretta ad affrontare situazioni di sfruttamento lavorativo: succede spesso che le aziende che acquistano i materiali non paghino i riciclatori, o impieghino mesi per farlo. Presa coscienza di queste dinamiche, Nairis ha iniziato a guidare un processo che ha portato alla protezione dei diritti all’interno della sua comunità di riciclo.

Grazie a donatori come l’Agenzia Italiana per lo Sviluppo (AICS), l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), e il suo partner, Pastoral Social, Nairis, assieme ai suoi colleghi e alle sue colleghe, viene formata per acquisire competenze trasversali e viene orientata su quali siano i diritti e gli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro in maniera più consapevole e in condizioni più dignitose, trasformando cartone, vetro, alluminio e ferro in oggetti decorativi per la casa, il giardino e il patio. I ricavi ottenuti grazie a queste attività consentono ai riciclatori di guadagnare una maggiore autonomia lavorativa e di supplire alle spese domestiche, quali il vitto e l’alloggio. Inoltre, Nairis ha ricevuto il sostegno di UNHCR e della Pastorale Sociale affinché suo figlio venga impegnato in attività pedagogiche e ricreative nelle ore in cui lei è occupata con il lavoro.

Il contributo dei riciclatori venezuelani in Colombia appare spesso invisibile alla società, dal momento che regna l’ignoranza sul corretto smaltimento dei materiali solidi e sul ruolo fondamentale del riciclo. Per queste ragioni, i riciclatori si definiscono attivisti ambientali e sottolineano il prezioso contributo che forniscono all’intera società.

“Prolunghiamo la vita dell’ecosistema terrestre. Quindi, in altre parole, diamo vita al pianeta, perché quando ricicliamo trasformiamo i materiali in oggetti nuovi”, spiega Nairis.

Come lei, altri leader ambientalisti della costa caraibica colombiana hanno unito le forze a sostegno di questa causa. Anche Víctor, cittadino colombiano nato a Santa Marta, fa parte di un team che, con il supporto del CESVI, promuove giornate dedicate alla piantagione di alberi, alla pulizia degli spazi pubblici e alla sensibilizzazione sull’importanza del riciclo.

“Sia il popolo venezuelano sia quello colombiano devono acquisire maggiore consapevolezza del valore delle risorse naturali”, afferma. “Per non intaccare l’ambiente, è necessario essere consapevoli. Penso sia importante inviare un messaggio all’intera comunità in modo che sappia di più sui rifiuti solidi perché il problema che riscontriamo è che molte persone non sanno come separare i propri rifiuti domestici.”

© ACNUR/Erick Galet

Insieme a Víctor lavora Anleidys, venezuelano che vive a Santa Marta da tre anni. Anche lui considera l’educazione della popolazione una parte fondamentale del suo lavoro di riciclatore.

“In una campagna che abbiamo realizzato grazie al sostegno di CESVI e ACNUR siamo andati casa per casa armati di opuscoli informativi per spiegare alla gente come separare i rifiuti riciclabili da quelli non riciclabili”, ricorda. “Vorrei facessimo tutti la nostra parte per l’ambiente e per il benessere della comunità in cui viviamo”.

Anleidys, Victor e Nairis sono dei veri eroi ambientali. È grazie al loro impegno che i progetti volti a migliorare le condizioni lavorative nel settore del riciclo sono un successo.

 

* I nomi di alcune persone sono stati modificati per motivi di protezione.

 

Sandra: una donna che protegge il territorio

Viaggiare per Boyacá conoscendo diversi progetti produttivi ha permesso a Sandra Milena Campo di ampliare la propria prospettiva sulle conoscenze agricole, artigianali e gastronomiche che compongono un paese diversificato com’è la Colombia.

Questa donna afro-discendente, attualmente residente nel municipio di San Estanislao de Kostka, nel dipartimento di Bolívar, mantiene il suo carattere di leader e imprenditrice anche nei momenti più difficili causati dallo sfollamento e dal conflitto armato colombiano: “come comunità afro-discendenti e contadina abbiamo avuto difficoltà ad adattarci ad altri luoghi, spostandosi sempre da un posto all’altro“. Il suo spirito di resilienza e la sua volontà di preservare la conoscenza tradizionale della sua comunità l’hanno portata ad entrare a far parte del Consiglio Comunitario Mango de la Pua II, situato nel villaggio di Catambuco. Il lavoro comunitario di Sandra si intreccia con le sue attività produttive, tra le quali spiccano la produzione artigianale di abiti e accessori, e la coltivazione di alberi da frutto, piante officinali e fiori.

L’impatto che queste attività hanno avuto sulla creazione di posti di lavoro e di reddito per la sua comunità l’hanno resa la vincitrice del Premio nazionale di Donne Trasformatrici della Colombia rurale 2022, nella categoria “Donna Conservatrice del Territorio“, riconoscimento assegnato dall’Agenzia Nazionale del Territorio (ANT). Nell’ambito di questo premio, Sandra ha avuto l’opportunità di partecipare a uno scambio di esperienze in otto comuni di Boyacá, dove ha incontrato altre donne rurali che, come lei, stanno contribuendo allo sviluppo delle loro comunità con imprese produttive nei settori dell’agricoltura, del turismo e dell’artigianato. Per quattro giorni, in compagnia di Mayerly Sánchez, un’altra delle vincitrici del premio, ha frequentato seminari sulla coltivazione delle patate, sulla tessitura dei cesti e sulla gastronomia. Ha inoltre visitato aziende biologiche che si occupano di caffè, apicoltura e conigli. In questi spazi ha avuto l’opportunità di dialogare con le organizzazioni femminili e di condividere esperienze di vita.

Questo è il miglior regalo che abbiamo ricevuto nell’ambito del premio. Grazie a questa esperienza mi sono arricchita di nuove conoscenze proprie di una cultura che ho appena iniziato a conoscere, piena di persone meravigliose e con storie che mi incoraggiano a continuare. Alle donne contadine del resto del Paese vorrei dire che tutto nella vita è possibile. Alle tessitrici dico che continuino a tessere futuro, famiglia, territorio e cultura”.

Sandra sottolinea il fatto che lo scambio è stato creato soprattutto per le donne rurali, una popolazione particolarmente colpita dal divario di genere, che solitamente hanno orari lavorativi più lunghi e redditi più bassi. “Si percepisce che questo concorso è stato creato dalle donne per le donne. E questo è un segno di come le donne possano generare una catena in cui una guida l’altra, facendo in modo che sempre più donne siano in grado di apprezzare se stesse e il loro lavoro“.

Women Transformers of Rural Colombia 2022 è stato reso possibile grazie all’alleanza tra l’Agenzia Nazionale del Territorio e il Programma DRET II dell’Unione Europea, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO Colombia) e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Lo scambio di esperienze del premio Mujeres Transformadoras de la Colombia Rural 2022 è stato reso possibile grazie all’alleanza tra l’Agenzia Nazionale del Territorio e il Programa DRET II della Unione Europea, la Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO Colombia) e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).